A partire dal nostro attracco e discesa a terra a Puerto Natales, inizia una sorta di maratona per organizzare la visita al parco Torres del Paine. Per sfruttare il fatto di essere in quattro e poter così affittare una macchina a minor prezzo bisogna partire l'indomani. Inizia così una giornata interminabile in cui troviamo un alloggio per la notte, recuperiamo informazioni all'ufficio turistico, facciamo il giro delle agenzie per affittare una macchina e tende per il campeggio, facciamo provviste di viveri e finalmente mangiamo la sera in ristorante. La squadra é pronta.

Il giorno dopo si parte verso le 7, direzione parco. La strada per andare al parco é già uno spettacolo di steppa, una laguna, e diverse estancias, le fattorie locali. Arrivati all'ingresso del parco ci attende una fila kilometrica di turisti paganti. Dopo aver pagato l'entrata (30 euro a persona), ci addentriamo in macchina sulla strada sterrata. Il massiccio montagnoso é visibile lungo tutto il tragitto ed é davvero incredibile. Solo quello ci ricompensa di esser venuti fin qui. Non tutti apprezzano la vista come noi, i furgoni dei tour vanno come pazzi. Papy Lorenzo fa molta attenzione a non superare i 40 km/h, visto che ogni danno fino ai mille euro sarà direttamente addebitato sulla sua carta di credito. La prudenza pagherà con una restituzione totale della caparra. Dei turisti francesi conosciuti sul Navimag saranno meno fortunati, e a causa di un pneumatico esploso usciranno fuori strada perdendo la parte anteriore della vettura.

Il primo giorno siamo stanchi e arrivati tardi, facciamo delle passeggiatine al mirador de los Cuernos e al glaciar Grey. Specialmente la prima é davvero bella. La seconda ci mostra soprattutto un assaggio di quanto può essere ventosa la Patagonia, oltre a un cubetto di ghiaccio blu di qualche tonnellata che si é staccato dal ghiacciaio ed é poi andato ad arenarsi spinto dal vento. Per dormire ci stabiliamo al campeggio vicino al lago Pehoé, dove la parcella costa quanto una stanza matrimoniale...

Il secondo giorno decidiamo di tentare il Valle Francés malgrado il tempo previsto non sia dei migliori. Cattiva idea. Uno dei trek più sgradevoli che abbia mai fatto :D Dopo aver preso un catamarano che ti evita 5 ore di camminata con paesaggi non molto interessanti, per il modico prezzo di 40 euro A/R, arriviamo all'inizio del percorso. Appena scesi inizia a piovere. E non smette più. Il vento a non so quanti kilometri orari rende la pioggia orizzontale. I pantaloni si inzuppano e iniziano a incollarsi a cosce e polpacci, rendendo ogni passo un po' più complicato. Dopo un po' l'acqua filtra dai pantaloni attraverso le calze e i piedi iniziano a fare ciaf ciaf. La visibilità della bellissima vallata é nulla, siamo dentro le nuvole. Due ore passano così fino al campamento italiano. Ci fermiamo a mangiucchiare dei frutti secchi bagnati. Il freddo ci rimette rapidamente in marcia verso il mirador. La visibilità é leggermente migliorata, ma siamo ancora zuppi. Arriviamo al mirador del ghiacciaio, ben visibile anche se la montagna sovrastante é coperta. Mi perdo in questa visione glaciale, i lacrimoni agli occhi, tutti questi sforzi finalmente ricompensati. Proviamo a salire ancora un po' ma lo sforzo per continuare su sembra inutile, dato che ci si addentra nelle nubi. Kenn che va più veloce di noi ci arriva, ma ci confermerà che non si vedeva niente. Al ritorno, il ginocchio mi dà problemi, sarà che quello buono l'ho ferito a Chillan, che il freddo mi ha distratto, o che ho sottovalutato il dislivello della camminata, ma torno zoppicando col ginocchio che brucia. E so che questo vuol dire che l'indomani non sarò in grado di salire, col bel tempo, il circuito Torres, l'icona del parco! Ho giocato male le mie carte...

L'indomani l'unico del gruppo che lo farà é l'indistruttibile Kenn, dato che pure Violaine si é fatta una mezza storta il giorno prima. Andiamo a fare una passeggiata verso la laguna Azul, lasciando Violaine su una panchina. 

Una bella giornata comunque! Kenn e Violaine ci lasciano stasera per tornare a Puerto Natales. Noi rimaniamo un giorno in più. Facciamo un aperitivo di arrivederci e li accompagnamo al bus, strano essere di nuovo in due!

Il nostro ultimo giorno saliamo su un mirador dimenticato da tutti, ma stupendo. Approfittiamo della vista su un lago blu turchese e del bel tempo, poi torniamo tranquillamente in macchina fermandoci qua e là lungo il percorso. Ceniamo con Kenn e parliamo dei piani di viaggio, probabilmente ci rivedremo a El Calafate! Dopo una giornata a Puerto Natales per definire un po' il seguito del viaggio, partiamo con un bus, direzione Argentina!