Un viaggio in bus di 12 ore ci riporta a Santiago dopo poco più di due mesi dal nostro primo passaggio. Alloggiamo verso la Quinta Normal, un quartiere per niente glamour e un po' losco la notte, ma non troppo lontano dalla stazione Alameda dove arriviamo. Il custode del grande edificio che ci registra é molto contento che parliamo spagnolo, e sembra divertito dal fatto che siamo una coppia italo-francese. Seguono due giorni in cui quasi non usciamo dall'appartamento. La tipa dell'airbnb deve partire per lavoro e ci lascia la casa intera. Abbiamo la sensazione di essere di nuovo installati, una domenica in casa. In più, siccome scambio qualche mail con gli ex colleghi di lavoro mi sembra quasi un salto indietro nel tempo! Il che porta anche qualche interrogativo: che mazza faremo al ritorno!?

Lunedì sera giusto prima della nostra partenza rivediamo Miguel e Cesar. Andiamo a casa del primo dopo aver preso 3 bottiglie di vino carmenère al supermercato. Sono molto curiosi di sapere com'é andato il nostro viaggio lungo il quale ci hanno fornito moltissimi consigli via whatsapp. Entrambi sono in formissima e ci fanno morire dalle risate. Verso l'una Miguel ci riaccompagna in macchina per essere sicuro che non abbiamo problemi nel quartiere. Li salutiamo calorosamente, dopo una serata simpaticissima per chiudere la nostra esperienza cilena.

Al mattino verso le 7 e 20 una lunga scossa di terremoto ci sveglia, Miguel ci scrive "Chile no podia dejar que se fueran sin vivir su temblor". Un 6.2 sulla scala Richter ha scosso tutto il centro-nord cileno, ma siccome non siamo in Italia non si registrano né danni né morti. Dopo questa sveglia molto particolare ci avviamo all'aeroporto. Viaggio rapido e senza intoppi.