L'ingresso in Argentina via aerea é più formale dei nostri altri passaggi transfrontalieri terrestri: un po' di scanner qui, una dichiarazione là, una fila più lunga per timbrare i passaporti. Passiamo con un doganiere scazzatissimo che pone delle domande senza sembrare veramente attento alle risposte. Prendiamo una combinazione minibus-taxi per arrivare all'hotel, probabilmente un uber ci sarebbe costato meno.

L'ostello é decente, hanno trovato un compromesso accettabile tra chi vuol far festa e chi vuole dormire. Il che é molto importante qui a Buenos Aires, dove si può uscire tutti i giorni, o meglio tutte le notti. Come ci spiega il nostro coinquilino inglese James che parla in uno strano spagnolo, Buenos Aires non é tanto una città da visitare, ma piuttosto una da vivere, con i suoi teatri, spettacoli e cultura in generale. É un tipo interessante che ha studiato scienze politiche e vive da anni all'estero, passando di paese in paese, finanziandosi dando corsi avanzati di inglese per passare non ricordo quale certificazione. E adora i paesi incasinati come l'Argentina e... l'Italia del sud. Passeremo qualche ora a scambiare di politica durante i nostri due giorni qui.

La cucina dell'ostello é minuscola per la mole di gente che ci alberga, ma pazienza, il nostro principale interesse di ripassare in Argentina risiede nel mangiare la maggior quantità di carne al sangue possibile, ma con parsimonia per non incorrere in indigestioni. Ci limiteremo quindi a fare 3 ristoranti per le 3 sere che stiamo qui! Il ristorante della prima sera non é niente di che, ma la seconda facciamo bingo e ne troviamo uno all'altezza, ci torneremo quindi anche la terza sera. Proveremo un medallon de lomo e un ojo de bife. Una sera prendiamo una birra, l'unica che hanno é la stella artois... servita in un secchio pieno di ghiaccio stile champagne :D

Durante le due giornate qui andiamo a fare delle passeggiate lungo le strade che potrebbero architettonicamente trovarsi - a tratti - in Italia, Francia e Spagna. Il caldo é umido e soffocante, una pioggia artificiale creata dai condizionatori degli edifici cade goccia a goccia sui marciapiedi e sulla calca di gente che vi transita. Plaza de Mayo é chiusa per lavori in corso, percorriamo le avenide 9 de Julio e Corrientes. In quest'ultima si susseguono le pizzerie che rivendicano la miglior pizza del mondo (tutto scritto in italiano). Le pizzette al taglio che servono hanno seguito una traiettoria evolutiva diversa da quelle italiane, a riprova che Darwin aveva ragione: una popolazione isolata evolve in maniera distinta da quella di origine. In Argentina si necessitava quindi di un bel po' di formaggio in più, e di una pasta bella spessa. Sono uno spuntino rapido, consistente e a buon prezzo! Purtroppo alcune cose attraversano ancora gli oceani, e mi vedo passare un bus con la faccia di Berlusconi che esortava a votare per la destra per le elezioni scorse (molti argentini si tramandano la nazionalità italiana e di conseguenza il diritto al voto di generazione in generazione). Molto carino e forse ancora autentico il quartiere di San Telmo, pieno di negozi di antiquariato e con uno stile molto vintage. Molto turistico invece La Boca, un quartiere colorato e malfamato dove passiamo giusto qualche ora. Ma é già ora di andare, domani ripassiamo la frontiera per l'Uruguay!