"Quien se apura en Patagonia pierde el tiempo", questo é il detto che teniamo a mente mentre decidiamo di risalire la Patagonia cilena lungo questa strada fatta costruire da Pinochet. Anche le guide mettono in guardia riguardo alla scarsezza e alla discontinuità delle connessioni tra le cittadine che la costellano. Ma tempo ne abbiamo, perché non entrare in questo slow travel? A dirla tutta, questo detto si applicava meglio al passato, infatti scopriremo che la carretera si sta modernizzando velocemente, e i lavori proseguono per fare in modo che presto sarà per la maggior parte asfaltata. Gli orari dei trasporti, quelli sì, cambiano sempre, ed é davvero impossibile programmare dalla A alla Z la traversata, bisogna informarsi ad ogni tappa. E il tempo anche lui non coopera sempre, la pioggia é più che comune e a volte bisogna fermarsi uno o più giorni per aspettare il sole e fare le camminate.

Per recuperare la carretera dobbiamo prima lasciare l'Argentina, e per farlo possiamo prendere un bus che ci porta da El Chalten a Los Antiguos, giusto affianco al confine. Acquistiamo il biglietto con un giorno di anticipo, ma quando poco prima della partenza ci presentiamo per ritirare il biglietto vero e proprio con la fattura, lo stesso tipo che ce l'ha venduto ieri sembra sorpreso di sapere che viaggiamo oggi. E ha ragione! Perché la sua compagnia non effettua il tragitto oggi, é lui che si é sbagliato! Per fortuna un'altra compagnia più seria e cara parte mezz'ora dopo l'ora alla quale avremmo dovuto partire, e lui ci compra i biglietti senza sovraprezzi. E fortuna che in pochi optano per quest'itinerario perché in extremis hanno ancora dei posti. Il bus é talmente vuoto che tutti riescono ad occupare almeno due posti, niente male per un tragitto notturno! Riusciamo quindi a dormicchiare mentre attraversiamo il deserto in una notte dapprima nerissima, con le stelle chiarissime, poi con una luna quasi piena che illumina il panorama desolato di una luce grigia. Alle 5 siamo a Los Antiguos, alla stazione non c'é nessuno. Inizia peró a diventare chiaro che non circolano più i bus che attraversavano la frontiera per portare a Chile Chico, a 12 km di distanza. Bisogna trovare un'alternativa. Cerca e cerca, un tipo con un van si offre di portare noi e altri turisti fino al lato argentino della frontiera. Dopo il controllo argentino restano 3 km tra i due posti di frontiera, e dopo la frontiera cilena il villaggio Chile Chico dista ancora 4 km. Ci inventeremo qualcosa, o peggio dovremo farli a piedi con lo zaino... Dopo il timbro argentino iniziamo a camminare, almeno non piove! Incrociamo tre macchine che vanno nella nostra stessa direzione, ma rifiutano di fermarsi per prenderci. Dopo 1 o 2 km di marcia arriviamo al confine fisico, dermarcato da un cartello "Bienvenidos a Chile", e proprio lì dietro un tipo attende i disperati come noi proponendo di portarci al controllo passaporti cileno, e in seguito a Chile Chico. Così arriviamo al villaggio cileno verso le 9. Ci informiamo per le connessioni a Cochrane, ma il prossimo bus é tra qualche giorno. Raccogliamo informazioni sulla zona all'ufficio turistico e cerchiamo un posto per dormire, per il resto ci rifocilliamo. Verso sera cambiamo idea sulla prossima tappa, qui c'é poco da fare senza una macchina e a Cochrane dovrebbe piovere dal giorno del nostro arrivo in poi, non vale la pena scendere a sud per poi risalire. Tutti i giorni verso le 9 ci dovrebbe essere un van che va a Puerto Rio Tranquilo, domani proviamo a prenderlo!