Anche se avevamo previsto di stare a El Calafate per riposarci, il nostro amico Kenn ci consiglia di spostarci velocemente verso El Chalten, la prossima tappa prevista nel nostro itinerario. Infatti, le condizioni meteorologiche che sono attualmente favorevoli dovrebbero deteriorarsi velocemente per stabilizzarsi in una settimana di pioggia. Se vogliamo andarci bisogna farlo in fretta! Questo paesino sperduto in una vallata argentina é stato fondato nel 1985, per ribadire il possesso di questa zona contesa col Cile. La strada per arrivarci da El Calafate segue la ruta 40, una delle più belle in patagonia argentina. All'arrivo tutti i passeggeri devono scendere per una chiaccherata informativa sul parco con raccomandazioni etc. La bellezza di questo parco é che tutte le principali camminate partono direttamente dal paese, e in più l'ingresso é gratuito al contrario della patagonia cilena! Ne approfittiamo per chiedere al guardaparco se hanno bisogno di volontari. La risposta é affermativa ma le condizioni poco interessanti: 7 ore di lavoro al giorno in cambio del solo alloggio, per minimo un mese, e per candidarsi bisogna creare un dossier intero con CV, foto, certificato medico, gruppo sanguigno, certificato di vaccinazione. Il dossier poi é da mandare via mail alla direzione anziché presentarlo di persona nei loro locali. Altro ostacolo in una cittadina con una lentezza internet straordinaria, nel corso del soggiorno non riusciró neppure ad aprire la mia mail! Troppi sforzi per andare a lavorare gratis.

Arrivati al villaggio, solito giro alla ricerca dell'ostello col miglior rapporto qualità-prezzo... Un vento incredibile rende abbastanza difficile la nostra deambulazione, e ci costringe a utilizzare i k-way mentre sudiamo a causa del caldo e dello sforzo. Ma siamo ripagati quando troviamo un dormitorio pulito in un simpatico albergo dalla forma di chalet, con spazi comuni molto accoglienti e spaziosi.

Il meteo migliore dei giorni a venire é previsto per l'indomani, niente storie, domani faremo il sentiero laguna de los tres, con vista sul Fitz Roy! 750 m di ascensione su 10 km, 400 dei quali sono condensati sull'ultimo kilometro. Sveglia all'alba e si parte! Stavolta coi bastoni e il tempo favorevole l'andata e ritorno saranno prive di problemi alle ginocchia, anche se l'ultimo tratto é davvero ripido. Sali e sali, sudatissimi e chiedendosi quanto manca, dopo una curva ecco il Fitz Roy che appare all'improvviso, svettante e senza una nuvola! Bellissimo. Dato che sono partito senza la certezza di arrivare su a causa del ginocchio, questa vista é un vero e proprio regalo. Un'ultima salita e si ha la vista sulla laguna de los tres con dietro le torri emblematiche. Restiamo un'oretta, con il vento che un attimo si calma e l'attimo dopo sferza con raffiche che fanno perdere l'equilibrio sul suolo irregolare e minerale. Mentre riscendiamo riusciamo pure a fare una capatina davanti al ghiacciaio Piedras Blancas con una deviazione di 4 km A/R. Torniamo con 24 km sulle gambe, stanchi ma contenti :) I giorni dopo siamo bloccati dalla pioggia, e anche dalla fatica :p. Parlottiamo in ostello con gli altri viaggiatori, rivediamo Kenn per una cena, usciamo in alcuni dei tanti ristorantini e bar. Io provo a selezionare e contattare anfitrioni per dei volontariati in Paraguay e Uruguay, bestemmiando contro la connessione esasperante. Quando il tempo lo permetterà faremo gli altri sentieri, compreso il mirador Maestri, ma il primo trek sarà comunque quello più impressionante. Ci interroghiamo anche sulla strada da intraprendere risalendo al nord. La rotta più rapida e turistica porta direttamente a Bariloche, una più lenta, con connessioni più saltuarie, ma anche più romantica consiste nel ripassare in Cile e risalire la ruta 7, la carretera austral. Abbiamo tempo e fondi sufficienti, e optiamo per quest'avventura un po' meno convenzionale!