Lasciamo Rio dopo esserci ripassati velocemente per due giorni. Il nostro addio (o arrivederci?) alla cidade maravilhosa ci ha riportati in spiaggia a Ipanema e a vedere delle prove di carnevale.

Dopo quasi 3 mesi, è ora di abbandonare il Brasile. Il nostro volo per Santiago ha un'oretta di ritardo. Qualche turbolenza sorvolando la cordillera e arriviamo al centro di Santiago verso le 18. Affamatissimi usciamo dal nostro airbnb a mangiare un hamburger "italiano": carne, avocado e maionese, non male. Dopo un giretto andiamo a fare spesa per i prossimi giorni, e sorpresa, troviamo che qui in Cile le 22 di sabato sono un ottimo momento della settimana per fare la spesa... Lunga giornata.

Pure domenica si avvera intensa. Al mattino un grande giro turistico ci mostra una città bruttina ma molto vivace culturalmente. A colazione proviamo una specialità che potrebbe diventare il caposaldo della nostra alimentazione cilena: la empanada. Una pasta fritta o cotta al forno ripiena degli alimenti più variegati, una vera delizia (a seconda del cuoco), riempie la pancia, per soli 2 euro! A pranzo siamo invitati a casa di Cesar, insieme a Miguel, compagni di viaggio conosciuti entrambi 5 anni fa a Huaraz in Perù. Ma prima passiamo al mercato a comprare deliziosi avocados (palta qui in Cile) e mirtilli, entrambe grosse produzioni cilene. Poi, al supermercato a comprare vino di un vitigno quasi scomparso in Europa, il carmenère. Ne prendiamo 6 bottiglie per 6 persone! Ma ne berremo solo 4! ;) Sarà che è il primo vino rosso degno di questo nome che beviamo da 3 mesi ma lo troviamo buonissimo! Il menu del pranzo include carne arrosto, formaggio e una squisita maionese fatta dalla ragazza di Cesar. Dopo mangiato, i Cileni iniziano a rollare spinello dopo spinello, noi passiamo, ci bastano il loro accento e l'alcool nelle nostre vene per capire la metà di quello che dicono. Quanto fumano! A quanto pare il Cile detiene il record di consumo pro capite di marijuana. Nel mentre che ci consigliano posti da visitare, le loro palpebre si chiudono sempre di più e le loro frasi assumono contorni più fluidi e sbiaditi. Arrivano altri amici loro, se ne fumano ancora un po' e rimangono tutti un po' mosci e silenziosi. Sono le 20 e noi vogliamo organizzare la nostra visita di domani a Valparaiso, ringraziamo e ci incamminiamo verso casa con un bel tramonto. Dopo le pericolose metropoli brasiliane è un piacere poter camminare tranquillamente in strada anche la sera.

Lunedì facciamo l'andata e ritorno a Valparaiso. La città-porto ci accoglie con un'atmosfera fresca e un po' umida e ventosa. Le sue strade sono piene di immondizia, cani randagi e graffiti. Insieme alle case di legno fa un po' far west. Le opere d'arte colorate e le boutique e ristoranti per turisti contrastano in qualche modo, ma non completamente, l'impressione di cittâ abbandonata a sé stessa. Inizia un pomeriggio di sali e scendi sui diversi colli che la compongono, con pausa per la migliore empanada assaggiata finora con formaggio, salmone e capperi, fatta sul momento! Torniamo a casa stanchi morti. La tipa del nostro prossimo workaway ci ha finalmente risposto, in extremis. Domani alle 17 sarà alla stazione ad aspettare il nostro arrivo a Chillan...