Il bus per Puyuhuapi parte solo alle 14. Attraversiamo una sezione della carretera molto diversa dalle precedenti, ricoperta da una giungla umida, e verso l'arrivo ci avviciniamo molto al mare. Arriviamo che sta facendo buio sotto la pioggia. Per fortuna il primo ostello dove entriamo é bello riscaldato e pulito. La signora ci dice che la cucina si può usare solo per cose veloci, un po' eccezionalmente, ma poi di volta in volta ci lascerà cucinare tranquillamente, forse dopo aver visto che non stiamo incendiando e sporcando dappertutto. Qui a Puyuhuapi abbiamo proprio l'impressione che la stagione turistica é finita. Siamo alcuni dei pochissimi turisti che si vedono in giro. Ristoranti e agenzie turistiche se si ricordano lasciano dei foglietti col numero, se proprio hai voglia di contattarli. Il primo giorno proviamo ad organizzare un trasporto al parco Queulat, a una ventina di km dalla cittadina. Ma pare che siamo gli unici e lo fanno per minimo 5 persone. Tutti, pure la signora che vende il trasporto, ci consigliano di fare autostop. Segue giretto turistico nella micro cittadina dai giardinetti fioriti. Saliamo su un mirador il cui cammino passa per il terreno di un privato. Ad un certo punto ci troviamo in mezzo a delle vacche e a uno stallone un po' nervoso, ma prendendo un po' di distanza tutto fila liscio. Lungo il sentiero siamo meravigliati dalla vegetazione rigogliosissima, costituita da felci, muschi e licheni che ricoprono ogni cosa, albero o roccia che sia. Per non parlare degli enormi arbusti di fuchsia selvatici, circondati da colibrì grigi che svolazzano alla velocità della luce. E, ancora più impressionante, la nalca, una pianta dalle foglie gigantesche che potrebbe benissimo essere usata come ombrellone. Giunti al mirador vediamo il paesino e l'inizio del fiordo, ma dopo poco la pioggia riprende e riscendiamo, facendo attenzione a non scivolare sul terreno saturo d'acqua. La sera troviamo come andare al parco Queulat, un familiare della signora che ci ospita va a un pranzo di famiglia e ci passa giusto davanti, e si offre di darci uno strappo!

L'indomani partiamo con lui e discutendo ci rendiamo conto di quanto sia recente la colonizzazione dell'area, solo 4 generazioni! Siamo all'ingresso del parco verso le 10, il guardaparco ci chiede se siamo cileni, e sembra sorpreso quando diciamo di no, gli butto un "peccato! avremmo dovuto dire di sì per pagare la tariffa cilena!" :p, ma lui non ride... Iniziamo il sentiero che porta al Ventisquero Colgante, un ghiacciaio appeso su una parete rocciosa da cui sgorgano 3 cascate che si gettano in una laguna. Il cammino non é molto difficile a parte la presenza di fango nella maggior parte del sentiero. Non piove ma é comunque umido. Il ventisquero é francamente meno impressionante rispetto agli altri ghiacciai che abbiamo visto, ma il sentiero permette di vedere da vicino la foresta così tipica che caratterizza la zona, quindi ne vale la pena. Per tornare proviamo a fare autostop, anche se di auto ne passano davvero poche! Dopo 45 minuti una coppia di turisti olandesi ci prende su, ci facciamo 4 chiacchere durante il tragitto. É la prima volta in assoluto che facciamo autostop!

Il giorno dopo piove di nuovo e abbiamo previsto di andare a La Junta col bus delle 18e30, da cui il giorno successivo dovrebbe partire un bus per Chaitén, la nostra prossima destinazione. Per passare il tempo ci facciamo un ristorante, mangiamo roba basica ma cara come fossimo in Francia... Per digerire cibo e conto ci facciamo una passeggiata lungo la carretera austral vicino al paese. Sono le 16 e ci diciamo, e se invece di aspettare il bus provassimo ad andare a La Junta in autostop per arrivare prima!? Dai prendiamo gli zaini!