Poco da segnalare a Coyhaique a parte che puzziamo e dobbiamo proprio fare una lavatrice! Arriviamo con Alessio e iniziamo a vagabondare cercando alloggio. Alessio sta morendo perché ha le ginocchia che gli fanno male dopo i troppi treks, la febbre e 20 kg sulla schiena. Quando gli chiedi dice che può continuare, ma fa proprio pena, allora gli diciamo siediti, mangiati una banana e noi ti lasciamo gli zaini e cerchiamo un ostello. Accetta di buon grado e noi troviamo velocemente un ostello consigliato dagli amici cileni di Santiago. La signora é un po' speciale con manie di controllo su tutto ciò che succede in cucina ma non é cattiva, ci saranno giusto una o due scintille con Alessio. Internet é buono e ne approfittiamo per caricare le foto sul blog. Per il resto passiamo tre giorni a mangiare fuori alla mensa dei pompieri, scoperta grazie a Christine e Marco che abbiamo ritrovato qui. Pare che qui i pompieri si debbano finanziare completamente grazie alle donazioni e ad altre attività come la ristorazione. I tempi morti ci faranno anche cadere in tentazione più volte in diversi café per delle piacevoli merende. Abbiamo anche qualche scambio con la proprietaria dell'hotel, che ci fa scoprire che la Patagonia é politicamente a destra, visto che si sentono abbandonati da tutti, tranne da Pinochet (chiamato affettuosamente Pinocho) che gli ha fatto la carretera. Scopriamo anche che recentemente hanno convertito la Patagonia in una zona franca, il che ha permesso a tutti di motorizzarsi. Sentiamo anche storie di quando la carretera si faceva a cavallo e si dormiva dai locali perché ostelli non ce n'erano, e percorrerla era tutta un'altra avventura... Ricaricate le batterie partiamo per Puyuhuapi con un bus, stavolta da soli perché Alessio ha poco tempo e risale in barca a Puerto Montt.