Osh è una città che si trova in Kirghistan ma pare che culturalmente sia anche molto legata alla vicina valle di Fergana uzbeca. Qui passiamo il tempo andando al mercato a rifornirci di frutta, chiediamo alcune informazioni all'ufficio CBT in preparazione dei nostri futuri trek. Siamo in un ostello nuovo nuovo dove simpatizziamo col proprietario Ismail e con Adrian, un motociclista rumeno. Per il resto ci occupiamo di ritirare dei dollari in vista del nostro passaggio in Uzbekistan, dove i distributori mastercard scarseggiano, e lasciamo in custodia all'hotel la maggior parte delle nostre cose per alleggerirci. La frontiera uzbeca dista meno di dieci km dal centro di Osh. Seguendo alcune raccomandazioni di altri viaggiatori trovate su internet ci preoccupiamo di sapere esattamente quanti soldi trasportiamo e in quali valute (abbiamo euro, dollari, tenge, som e sum, da fare invidia a Jason Borne!), selezioniamo le medicine che vogliamo trasportare per evitare di dover spiegare l'utilità di ognuna a un doganiere zeloso, e cancelliamo da tablet e smartphone le foto che potrebbero essere considerate compromettenti. Il tutto per niente, alla frontiera gli ufficiali ci parlano molto, ma solo per evocare nomi di calciatori o ripetere qualche parola di francese imparata a scuola. Non dobbiamo subire nessun controllo minuzioso né compilare uno stralcio di dichiarazione. L'Uzbekistan sta davvero cambiando la sua politica per quanto riguarda il turismo, in linea con la recente soppressione dell'obbligo di avere un visto. All'uscita dalla dogana seminiamo i tassisti e prendiamo un bus diretto ad Andijon, la gente si alza per farci sedere! Gli uomini portano spesso dei cappelli quadrati molto particolari, le barbe sono invece rare. Le donne portano dei vestiti colorati molto larghi ma niente veli integrali. Nei viali e nei giardini abbondano alberi di albicocca, ciliegie, gelsi, noci, fichi e vigne, dei veri frutteti cittadini! Dei ridicoli e simpatici minivan DAMAS costituiscono la maggior parte della circolazione. Jade prova a convincermi senza successo a comprarne uno per tornare in Europa via terra. Da Andijon cambiamo bus per raggiungere Fergana. Abbiamo appuntamento con il proprietario sotto l'hotel, un parrucchiere che lavora proprio affianco lo telefona per noi e viene a provare a scambiare qualche chiacchera. Il viaggio ci ha messo fame, risolviamo con shashlik (spiedini alla brace) e zuppa. I nostri vicini di tavolo si alzano e ci offrono un po' della loro insalata di pomodori, cipolle e peperoncino, bruciaaa! I nostri vicini di stanza hanno un bimbo piccolo e Sardar, il proprietario, ci propone di cambiare di stanza in un altro edificio non lontano. Il quartiere popolare è tranquillo, con bambini che giocano in strada. Di pomeriggio andiamo a prendere un gelato serviti da un cameriere adolescente che si fa in quattro per noi, vuole praticare l'inglese ad ogni costo! Dopo che abbiamo finito salta fuori con una fetta di torta enorme e un altro gelato, in omaggio! Ci sforziamo ci finire il terzo gelato e per fortuna abbiamo un contenitore per portar via la torta, da mangiare più tardi. La zona ha alcune attrazioni sparpagliate nei villaggi vicini. A Margilon andiamo a visitare una fabbrica di seta, mentre siamo in strada due studenti in vacanza chiedono di poterci accompagnare e passano almeno due ore con noi, così, solo per curiosità, con divertenti siparietti di prove di comunicazione. A Kokand visitiamo un palazzo dove iniziamo a capire che spesso la parte più impressionante degli edifici è la facciata… già visibile dall’esterno! A Rishton andiamo invece a scoprire le ceramiche, con le visite dei negozi che si tramutano spesso e volentieri in simpatiche chiaccherate coi ceramisti. La gente è abbastanza curiosa di vedere turisti giovani e non in tour organizzato, probabilmente siamo tra i primi di molti che verranno! Abbiamo anche occasione di scontrarci con la burocrazia uzbeca e le lunghe attese che genera. Quando andiamo a comprare una sim e dei biglietti del treno abbiamo l'impressione di aprire un mutuo. Iniziamo anche a notare la difficoltà degli uzbechi a seguire una fila, e la tendenza a provare a passare davanti. Poco importa, abbiamo i biglietti per Samarkand, andiamo verso la parte più turistica!