Provo a sbloccare il blocco dello scrittore o meglio del blogger e a scrivere due parole sulla fine dell'esperienza cambogiana. Durante questa tappa del viaggio abbiamo perso di slancio e motivazione, mi ero quasi convinto che era ora di rientrare in Europa. Le cose che ci circondavano erano belle e interessanti ma non so per quale ragione mancava l'interesse nel mio sguardo, non saprei dire cosa non andava, forse semplicemente i circuiti turistici erano tracciati così bene che avevo l'impressione di riempire una checklist scritta da altri, o che sistematicamente le attrazioni erano sommerse da greggi di cinesi con selfie stick, un po' come già era stato a Hoi An in Vietnam, o anche che questo era il secondo periodo natalizio che passavamo lontani da casa... Tra noi e la Cambogia, ma prima anche col Vietnam, c'era poco feeling insomma. Quindi più che una visita del paese, per due settimane abbiamo principalmente bevuto tè e cioccolate fredde in baretti a cercare di capire se era ora di tornare o di passare verso altre mete sperando in alchimie migliori. Da questo stato confusionale rasentante la crisi esistenziale, siamo usciti col progetto di ultim'ora di volare in Birmania. Progetto vissuto come un nuovo inizio e con una piacevolissima sensazione di libertà e autodeterminazione: non mi era mai capitato di voler andare da qualche parte ed avere il biglietto dell'aereo che parte una manciata di giorni dopo! Dovrei ricordarmi quest'esperienza la prossima volta che la motivazione langue, una nuovo slancio potrebbe essere giusto dietro l'angolo!

Per pura psicorigidità ecco comunque il resoconto delle nostre attività cambogiane!

Da Phnom Penh raggiungiamo Siem Reap in bus, antico centro nevralgico della civilizzazione khmer e tuttora abitato. Qui si può visitare il famoso Angkor Wat insieme ad altri templi fenomenali, malgrado il carissimo biglietto (62€) esserci affianco e non andare a dare uno sguardo è un po' come snobbare il Colosseo o Machu Picchu. Il sito è gigantesco e impressionnante, servono giorni per visitarlo a causa delle notevoli distanze che separano le rovine. Alcune parti sono circondate da fossati talmente larghi da sembrare seriamente dei fiumi! Ci sono diverse scuole di pensiero riguardo ai mezzi di locomozione da usare per la visita: chi prende una bici da Siem Reap, chi noleggia un tuk-tuk per la giornata intera. Noi optiamo per una soluzione intermedia: andata e ritorno in tuk-tuk fino all'ingresso e camminata in mezzo, portandoci dietro picnic (biscotti digestive & chips di banane fritte ♡), e acqua a volontà. Ci impressionano particolarmente Bayon con le sue enigmatiche facce, e Ta Phrom coi ficus che assalgono le mura, entrambi più suggestivi a inizio giornata prima che si riempiano di una marea di cinesi. Senza contare gli incredibili bassorilievi che narrano le leggende più disparate che si trovano un po' ovunque. La cittadina di Siem Reap dove siamo basati non è male, si vedono pochissimi turisti in giro, sono tutti ad Angkor! Il lungofiume è molto gradevole, durante il pomeriggio dei tuk-tuk si installano all'ombra degli alberi e montano delle amache nel rimorchio per farsi una siesta, la sera invece si vedono dei grossi gruppi di balli aerobici che ballano a suon di musica, rigorosamente dance. Al mercato dei souvenir ci divertiamo con delle negoziazioni spassosissime, qui i venditori scendono molto in fretta. A parte questo però, sentiamo spesso una difficoltà nel comunicare coi locali, più che altrove, quando si deve far passare una qualsiasi informazione abbiamo l'impressione di essere gli unici a fare sforzi per provare a capirci. Un'altra cosa che ci sfugge è come mai a partire dal momento in cui torni più di una volta in un ristorante qui iniziano a trattarti peggio della prima volta e il servizio cala notevolmente. Smettiamo di avere preferenze e ogni giorno ne proviamo uno nuovo!

Da Siem Reap ci spostiamo per provare a passare un capodanno all'insegna del silenzio (galli permettendo), scegliendo la meta meno glamour e fashion del mondo intero: Battambang! Seconda città della Cambogia, ha un'atmosfera da paese di campagna ed è decisamente poco turistica. In quanto alloggio avremmo potuto scegliere meglio. La nostra stanza pullula di zanzare, e in zona malarica è meglio proteggersi. L'assenza di supporti ci porta a ideare un'opera altamente ingegneristica con fili e bastoni telescopici da trekking per fabbricare un baldacchino protettore! Qui molliamo del tutto il nostro lavoro di turisti, la nostra routine calma prevede passeggiate, bar e ristoranti, e ricerche su possibili vie di fuga, pardon, destinazioni. Ogni tanto dei gruppi di bimbi ci fanno ciao divertendosi della nostra presenza. Una visione partocolarmente impressionante qui è il mercato... degli orrori. I cambogiani durante il regime comunista hanno sviluppato una dieta che comprende di tutto: insetti, serpenti, rospi, tartarughe, anguille... il fatto che macellino tutto sul posto non può fare altro che aumentare l'impatto visivo, sonoro e olfattivo della cosa. Sembra un film di Tarantino. La notte di capodanno andiamo a letto beati alle 22 e 30, ma quel bastardo del gallo del vicino ci sveglia alle 6 del mattino in punto, ora della mezzanotte in Europa, conta uguale no!? Eravamo svegli anche noi e festeggiavamo con gavettoni ai galli! Dopo aver deciso di andare in Birmania invertiamo la rotta che prevedeva inizialmente e logicamente di entrare in Thailandia via terra, per tornare invece verso Phnom Penh! Quanti vai e vieni! La Thailandia però in alta stagione proprio no... in più solo per attraversarla fino alle frontiere con la Birmania di cui è difficile conoscere la situazione in tempo reale, e che comunque le ambasciate consigliano di evitare... con un viaggio in bus da Battambang a Bangkok i cui resoconti sul web sono davvero poco stimolanti... mi dispiace ma stavolta prendiamo l'aereo. Ritiriamo un migliaio di dollari e dopo una notte in un hotel di stazione a Phnom voliamo verso Yangon con scalo a... Bangkok!