Iniziamo un secondo road trip di due settimane nell'isola del sud partendo da Nelson dove affittiamo la macchina. Non ha molta potenza e fa potpot quando accelero però non ci darà problemi particolari. In più ha una targa personalizzata: LJM117, che ovviamente significa Lorenzo, Jade, Marmotte dal 7 novembre (data del primo decollo). Vorrà dire che pure facendo dei rumori strani, lentamente e contromano avanziamo comunque!?

Appena partiti ci dirigiamo verso i Nelson lakes, bellissimi laghi dall'acqua cristallina abitati da anatre, cigni neri e grosse anguille che reclamano briciole. Gli anatroccoli sono così insistenti che Jade riesce pure a acchiapparne uno! Fa bello e non c'é vento, troviamo i laghi stupendi e rilassanti, un assaggio dei bei paesaggi che ci attendono. Guidando verso sudovest raggiungiamo la costa e le nuvole iniziano a diventare più spesse e grigie. Qui come in Patagonia, le nuvole si bloccano sulle montagne lato mare generando dei microclimi totalmente distinti sui due versanti. Un lato mare piovoso con una foresta lussureggiante dai tratti tropicali malgrado le temperature fresche, e un entroterra più secco e ricoperto da steppe. Mentre percorriamo la strada vicino al mare facciamo una tappa per vedere una colonia di foche mimetizzate tra gli scogli e ci fermiamo a diversi belvedere. Dormiamo una notte vicino a Hokitika e l'indomani eccoci a visitare la bella gola dall'acqua turchese omonima, circondata da spessa foresta nativa. Raggiungiamo un simpatico ostello nel micro villaggio di Franz Josef. Una zuppa per cena e la colazione sono incluse, una roba in meno a cui pensare! A cena incontriamo una coppia sorridente di settantenni australiani che viaggiano ancora, al tipo manca una gamba e ha una protesi. Delle persone molto simpatiche che dimostrano come volere sia potere! Intorno a Franz Josef ci sono delle passeggiate facili per vedere i ghiacciai circostanti. La mia parte preferita é stata però il lago Matheson, che al mattino prima che il vento si levi, forma uno specchio perfetto in cui si riflettono i monti Aoraki e Tasman. La calma cristallizzata in un posto. Una meraviglia come poche davvero, ci andremo due giorni di fila ad osservare questo effimero spettacolo che alle 10 del mattino circa viene cancellato dal soffio del vento. Molti turisti arrivano, scattano la foto e scappano via verso altre attrazioni. Ma io trovo che sia un posto da assaporare lentamente, guardando le nuvole e le luci scorrere su questo doppio cielo, scorgendo dettagli ora in aria ora sul riflesso. Se vivessi vicino ci verrei probabilmente a fare meditazione. Abbandoniamo Franz Josef per dirigerci a Wanaka attraverso l'Haast pass, le nuvole spariscono trattenute dalle montagne vicino al mare. Fiancheggiamo spesso dei fiumi dalle acque trasparenti, fa caldo e dà una voglia matta di farsi il bagno. Peccato che é pieno di pappataci assassini (quelli non si vedono nelle foto), Jade se la tenta e se la cava con un piccolo dono di sangue. Per darle le energie per ricostituire i globuli rossi mancanti una merenda si impone: gelatone in onore dei bei vecchi tempi a Palmy con Richard. Arriviamo a fine pomeriggio a Lake Hawea dove ci basiamo per 5 notti per scoprire la zona di Wanaka. Dormiamo da una famiglia americana mezzo hippie, ci affittano una caravana gialla in giardino e ci fanno rivedere la trilogia completa del signore degli anelli. Nei giorni qui faremo molti km in macchina per visitare i dintorni, Queenstown, Glenorchy, Paradise, Rob Roy glacier... In particolare ci innamoriamo della valle verde di Matukituki, malgrado i 60 km di sterrato A/R necessari per andarci. Divertente anche la piccola escursione al lake Alta, ancora nascosto sotto la neve. Impreparatissimi al terreno e senza cramponi la finisco coi piedi fradici. Almeno la NZ é l'unico posto al mondo dove camminare scalzo in montagna non é poi così strano (ne abbiamo visti altri). Ci spostiamo verso monte Aoraki per la nostra ultima parte del viaggio. Sulla strada visitiamo il Lindis pass, il cammino per salire ai belvedere é ripidissimo ma ne vale tutta la pena, che vista!

La strada verso Aoraki prosegue affianco a canali e laghi blu glaciale. Visto che arriviamo abbastanza presto andiamo a visitare il Tasman glacier, il più bello di tutti quelli visti qui. Malgrado la stanchezza della giornata scendiamo a bordo lago ad ammirare le strane forme degli iceberg che si sciolgono. Abbiamo fatto bene ad approfittare del bel tempo perché nei prossimi due giorni le montagne si copriranno di nuvole. Per fortuna stiamo qui abbastanza tempo da poter visitare due volte la Hooker valley, l'attrazione principale della zona, una volta sotto le nubi e un'altra con buona visibilità. Pieno zeppo di gente, ma dopo il belvedere principale il cammino é poco curato e diventa meno visibile, pochi turisti vi si addentrano. Andiamo! Con non poche difficoltà a capire dove continua il cammino pietroso ci avviciniamo al ghiacciaio. Il secondo giorno troviamo la via buona e arriviamo al capolinea del tracciato. Ora capiamo perché é così trascurato, ad un certo punto é franato tutto nel lago. Ci abbiamo comunque guadagnato in silenzio, avventura e vista in prima fila del fronte del ghiacciaio! Mentre ci lasciamo alle spalle questa tappa salutiamo il monte Aoraki quasi fosse un amico, tanto ci siamo abituati a scorgere questo triangolo innevato al di sopra delle nuvole da un sacco di punti di vista. La strada per Christchurch dovrebbe essere panoramica ma piove e tutto é sotto le nuvole... Unica tappa veramente interessante del tragitto é un sentierino sotto una folta foresta nativa con alcuni alberi centenari bellissimi circondati dalle felci(one). La NZ ci ha mostrato questo tipo di foresta a diverse riprese, sono contento di vederla un'ultima volta prima di andarmene. Il tipo dell'airbnb a Christchurch é un po' psicorigido, e malgrado abbiamo un aereo solo alle 7 di sera l'indomani, il checkout é al mattino, punto. Non che abbiamo insistito per restare, semplicemente ci ha fatto capire che il checkout alle 9 si rispetta alla lettera. Prima volta che ci capita con tutti gli airbnb che abbiamo fatto. Eccoci fuori in una giornata di pioggia a Christchurch, che altrimenti sembra una bellissima città. Proviamo ad andare verso il centro, un casino per capire come funzionino i parcheggi qui. Ce la facciamo e andiamo a rifugiarci in un museo. Rientro verso la macchina sotto l'acqua, abbiamo i piedi fradici. Direzione aeroporto per rendere la macchina e volare verso Auckland. Ad Auckland siamo accolti benissimo da una famiglia samoano-inglese, dopo una chiaccherata al mattino il tipo si offre addirittura di accompagnarci in aeroporto per il nostro prossimo volo. Eccoci in rotta per Bali...