Il viaggio per Inle è quello più stressante di tutti, l'autista è un esaurito che si diverte a fare manovre azzardate per spaventare i suoi colleghi di lavoro, che pur essendo ragazzini che vogliono fare i fighetti ogni tanto si fanno scappare dei sorrisi davvero nervosi. Tutti consumano del betel a ripetizione e si scambiano battute con dei versi fantastici, immaginate qualcuno che parla con la bocca davvero piena! Quando stiamo per arrivare percorriamo una tortuosa strada sterrata con lavori in corso. L'operaio birmano tipo lavora in ciabatte e a mani nude per trasportare pietre che dispone tipo tetris per creare un fondo strada più piatto possibile. Altri spargono l'asfalto con metodi incredibilmente rudimentari: usano un barile smerigliato su un lato, con un tronco che lo attraversa dall'alto in basso per poter essere trasportato, che mettono direttamente sul fuoco per fondere l'asfalto. Arriviamo stanchi ma arriviamo, e francamente è già qualcosa. L'hotel dove siamo offre delle bici in libero servizio, qui i turisti non possono affittare scooter. Jade dovrà pedalare almeno un po' :p andiamo un po' a zonzo, i bimbi fanno ciao, ogni tanto qualcuno si ferma a chiedere da dove veniamo tanto per. Jade si intrufola in una fabbrica artigianale di zucchero di canna, io la seguo un po' controvoglia! Un gruppo di uomini e donne lavorano al processo. Il succo è concentrato poco a poco con successive ebollizioni, all'ultimo stadio diventa così viscoso che quando il tipo lo mescola crea dei palloncini che volano via col vento! Sweet! Sul ritorno siamo felicissimi di scoprire un ristorantino tradizionale a base di tofu, una specialità della regione. Jackpot! Costa pochissimo, è frequentato solo da locali a parte noi, le porzioni sono deliziose e copiosissime, e il cameriere/cuoco è troppo simpatico e ci vuole far assaggiare delle specialità diverse ogni volta. Inutile dire che torneremo quasi tutti i giorni! Andiamo a fare un giro a un monastero di legno abbastanza famoso, un po' kitsch. Facciamo un giro in barca, effettivamente è difficile apprezzare i villaggi galleggianti senza! Le viste sono molto esotiche, ogni tanto vediamo di sfuggita qualche scena di vita quotidiana. Quando incrociamo dei locali su altre barche si direbbe che qui iniziano a essere stufi di essere costantemente sotto l'occhio dei turisti. Ogni capitano porta i suoi passeggeri a scoprire diverse produzioni di oggetti tipici: monili d'argento, sigari, tessuti. Le spiegazioni sono più o meno chiare e interessanti, i prezzi sono gonfiatissimi, il capitano percepisce una commissione sulla base di quanto compriamo. La parte che preferiamo è sicuramente il giro al mercato dove mangiamo degli shan noodles in mezzo a molte donne con copricapi dai colori accesi. Il giorno dopo, aspettando la partenza del nostro bus per Hpa-An, Jade si fa tagliare i capelli da un'equipe di donne che prendono la cosa molto sul serio! Pranzo da mister tofu per finire in bellezza e si parte per il bus notturno!