Settimana al mare a Japaratinga, due ore e mezzo a nord di Maceió attraverso bellissime colline ricoperte da canna da zucchero e alcuni pascoli. Si tratta di una cittadina tranquillissima, eccezion fatta per il giorno di capodanno. Centinaia di persone prendono d'assalto il lungomare per giocare a calcio, sbafare carne arrosto e ingollare litri di birra e cachaça a buon mercato (pitú). Chi ha i mezzi finanziari, in troppi purtroppo, affitta dei rimorchi con delle casse potentissime per sparare musica di merda a tutto volume. E' una guerra cacofonica, malgrado il volume altissimo ogni gruppo deve accalcarsi a qualche metro di distanza dalle proprie casse per assicurarsi di assordarsi solo con i propri decibel, e non con quelli degli altri. Vediamo anche una coppia di bimbi cimentarsi in divertenti danze psichedeliche, il bimbo disarticolato e con lo sguardo di chi ha preso un acido si dimena in tutti i sensi, la bimba invece ha già capito che si deve muovere il bacino in una danza pseudo sexy ma il suo sguardo è ancora incerto e meno posseduto dal demonio di quello del bambino.

Il due gennaio il villaggio si svuota, e a parte il mare di spazzatura lasciato dalla folla sembra che si sia trattato solo di un sogno. Japaratinga torna ad essere un villaggio di pescatori e albergatori, e noi facciamo parte dei pochissimi turisti, forse gli unici europei. Le nostre principali occupazioni sono andare al mare, leggere, mangiare, e mettere su questo blog. La nostra stanza è molto semplice, internet è lento e c'è 5 minuti sì e 5 no, e ogni tanto uno scorpioncino appare dove meno te lo aspetti. Ma siamo a 3 minuti dalla spiaggia, ci sono colibrì in cortile, e il tipo dell'hotel è simpatico. Ci spiega come andare a piedi alle piscine naturali che si creano a marea bassa e ci presta delle maschere subacquee. Al mercato c'è poca scelta, ma vendono i migliori ananas del mondo, mai vista roba così in Europa! Insomma, una settimana semplice come piace a noi!