Nel treno da Yogyakarta a Jakarta, il viaggio è abbastanza piacevole e i nostri vicini ci sorridono spesso, tra un rutto e l'altro. Infatti in molti paesi asiatici ruttare in pubblico non è niente di strano ed è perfettamente accettabile. Il paesaggio ad intervalli è molto bello, con grandi campi di riso da cui si ergono file multicolori di bandiere di plastica per provare a spaventare gli uccelli. Il treno sembra avere un piccolo ritardo di 15 minuti, ma giunti dentro Jakarta inizia a fermarsi spesso per lunghi periodi ma non sappiamo mai quanto distiamo dall'arrivo. Alla fine accumuliamo più di un'ora di ritardo. Peccato che Maui avesse scelto di venirci a prenderci di persona mentre all'inizio ci aveva detto che avrebbe mandato il suo autista... arriviamo che il nostro anfitrione ci aspetta già da un bel pezzo, ci scusiamo per l'inconveniente. Maui è figlio di Marie Louise, vive a Jakarta dove fa il pilota di linea per una compagnia indonesiana. Ci accoglie alla grande, andiamo a mangiare in un ristorante che propone dei piatti tipici dell'isola di Sumatra, dove mangiano molti piatti a base di latte di cocco, curry e manzo. Molto buono. A casa sua, abbiamo una grandissima stanza con bagno e ci dice di stare quanto vogliamo anche se lui riparte già l'indomani per la Francia. Passiamo una serata interessante a parlare spesso del suo lavoro e di cosa significhi volare in zona equatoriale tra periodi di monsoni e, più raramente, eruzioni vulcaniche. Il giorno dopo lo accompagnamo a fare un brunch in un quartiere per lavoratori espatriati. Mentre va a sbrigare una roba alla banca osserviamo il traffico incasinato della città. Spesso qui ci sono individui che decidono di dirigere il traffico, ovviamente senza alcuna legittimità a parte le mazzette che danno ai vigili (quelli veri) per continuare a esercitare l'attività. Per gli automobilisti i suoi servizi possono rivelarsi utili, per esempio, se vieni da una strada secondaria e vuoi immetterti in quella principale e la fila interminabile non ti farebbe mai passare, lui blocca tutti, e tu se vuoi mentre passi gli allunghi un biglietto per la cortesia.

Per Maui è già giunta l'ora di andare. In questo giorno e mezzo a disposizione ci occupiamo di finire le troppe rupie che abbiamo ritirato: facciamo un massaggio masochista con una signora cicciona che ci stritola i muscoli, non so se definirlo rilassante... poi proviamo a passare in un centro di artigianato che vende dei batik a un prezzo che fa sembrare quelli che abbiamo preso a Jogja economici. Qui scopriamo anche che Grab, l'Uber di qui, fornisce anche dei servizi di consegna a domicilio. Una sera che abbiamo pochissima voglia di uscire, chiediamo che un pony vada in un ristorante, prenda delle zuppe da asporto e ce le porti a casa. Concetto che hanno esteso anche a massaggi, elettricisti e idraulici etc...

Ad occuparci (o meglio preoccuparci) ci pensa anche Garuda, la compagnia con cui abbiamo riservato il nostro volo d'uscita, operato da Vietnam Airlines: controllando lo stato del nostro volo, vediamo non solo che da diretto ci hanno aggiunto uno scalo a Singapore, ma che addirittura il volo da Singapore a Saigon è annullato! Chiamata di più di un'ora per parlare con loro, ci dicono di passare il giorno dopo nei loro uffici, per perdere ancora due ore di tempo. Ripartiamo con dei ticket per il volo iniziale che avevamo riservato. Un ultimo sudore freddo lo abbiamo quando proviamo a fare il check-in sul sito di Vietnam Airlines e un messaggio ci dice: "la sua prenotazione esiste ma il suo biglietto non è valido". Andiamo all'aeroporto e per fortuna quando presentiamo i nostri passaporti tutto appare in regola...

Passando per il controllo di uscita il doganiere è simpatico e ironizza sul fatto che siamo rimasti esattamente 30 giorni (you are so smart!), e non ci può fare multe per overstay. Abbiamo contato bene compresi i giorni di arrivo e partenza, particolare che può sfuggire a molti :)