A Saigon chiamiamo un taxi per andare in stazione e rimaniano bloccati in un interminabile ingorgo che ci fa temere di perdere il treno. Per fortuna avevamo preso un grande anticipo. La nostra cabina ha 4 brandine a castello, abbastanza pulita devo dire, per la maggior parte del viaggio saremo solo in due. La notte non è delle più comode, le rotaie sono tutte sgangherate, il treno spesso frena e riparte con tutti i rumori stridenti che ciò comporta. Una visione insolita durante la notte consiste in enormi campi di cactus di frutto del drago, illuminati da centinaia di lampadine dalla luce gialla disposte in lunghi filari. Immagino che serva ad aumentarne la produzione. Al mattino siamo in mezzo alle campagne, tra campi di riso e enormi pile di fieno dalla forma a punta. Arriviamo con quasi due ore di ritardo a Da Nang, aspettando di scendere la propaganda parla e canta dagli altoparlanti del treno. Mangiamo e prendiamo un Grab solo caro che ci porta a inizio pomeriggio alla nostra destinazione finale, Hoi An. L'albergo dove avevamo previsto di stare senza riservare ha ancora una stanza! Visto il bel tempo e le pessime previsioni che si profilano, malgrado la stanchezza usciamo a fare un giro in centro, noto per le migliaia di lanterne colorate che adornano strade, edifici e barche. La città straborda di turisti, e siamo solo in bassa stagione. Visitiamo il mercato notturno pieno di luci, nella calca più densa. Sul lungo fiume centinaia di proprietari di barchette con luci al neon propongono un giro sul fiume intasato dal traffico nautico. Altri vendono lanterne di plastica colorate in cui mettere una candela da abbandonare sul corso d'acqua. Tra tutte le interazioni del tipo "no grazie", spicca un divertente dialogo muto con una bimba, figlia di una venditrice, che per niente timida ci mostra fiera un tatuaggio temporaneo raffigurante una balena. Dopo aver trovato di che mangiare a un prezzo non troppo turistico torniamo esausti. I prossimi due giorni li dedichiamo a dei giri in centro in lungo e in largo. Capitiamo per caso nell'interessantissimo museo gratuito di un fotografo francese ( http://www.rehahnphotographer.com/precious-heritage-museum/) appassionato di minoranze etniche vietnamite in via di scomparizione, che va a incontrare in condizioni di viaggio estreme, e di cui prova a collezionare gli ultimi vestiti tradizionali, che espone al pubblico qui a Hoi An. L'ultimo giorno, che avevamo tenuto per un'eventuale passeggiata alla spiaggia inizia a diluviare senza sosta. Pioverà anche tutta la notte, usciamo solo per trovare di che mangiare, deambulando con difficoltà nelle strade allagate. Finisce così il nostro breve soggiorno, un taxi anfibio ci riporta alla stazione di Da Nang, e il treno riparte sulle rotaie allagate, stranamente con un piccolissimo ritardo. I campi che abbiamo visto solo qualche giorno fa sono completamente sott'acqua, ci dicono che era da dieci anni che non pioveva così.