Seguendo il consiglio del guardaparco di San Ignacio decidiamo di dirigerci verso El Soberbio, una cittadina di 25000 abitanti che confina col Brasile. Qui la lingua ufficiale é il portuñol, si sente un sacco di gente che parla in spagnolo con inflessioni portoghesi o addirittura una persona che si esprime in portoghese e un'altra che risponde in spagnolo. Scene di vita quotidiana in un paese di frontiera. La sicurezza non sembra un problema, tutti fanno la fila per accedere all'unica banca, e quelli che riescono a ritirare ripartono con mazzette di pesos in mano. La comunità sembra molto unita, con gente che si incontra e scambia due chiacchere tra una commissione e l'altra. Dopo esserci sistemati in un simpatico albergo centralissimo ci informiamo per andare a vedere il salto del Moconà, una delle poche cascate al mondo che si sviluppa in maniera longitudinale rispetto al fiume che la crea. La discontinuità é causata da una faglia di diversi chilometri nel bel mezzo del fiume Uruguay, che costituisce un'area di acque internazionali tra Brasile e Argentina. A seconda dell'altezza del fiume il salto può essere completamente sommerso. Noi abbiamo fortuna e il livello dell'acqua é al minimo, creando cascate di 6 metri lungo 3 km! Il parco adiacente é quasi deserto ora in bassa stagione, i sentieri sono pieni di ragnatele che individuiamo grazie al tatto dei nostri visi, seguito dall'angoscia di sapere dov'é finito il loro inquilino esotico potenzialmente arrabbiato e velenoso. Ne usciremo vivi e un po' schifati. Ma ci sono anche farfalle e bruchi pelosi che penzolano da fili di seta, e piccoli mammiferi saltellanti che somigliano a piccoli cervi, e roditori grandi come gatti.

Solo un bus viene al mattino e solo un bus torna al centro la sera, trasportando lavoratori e turisti (noi due). Abbiamo quindi l'occasione di conoscere Elio e di parlarci qualche ora bevendo mate. Elio lavora al parco ma ha un sogno, non molto chiaro, di vivere con poco sfruttando un terreno di circa 10 ettari a 2 chilometri e mezzo dal villaggio. Sta cercando una coppia come noi che si possa installare per iniziare un produzione di erbe e ortaggi in cambio di un ettaro di terreno. Facendo parte del movimento dei "sin tierra", nullatenenti che si appropriano di parti di latifondi non utilizzati per impossessarsene a condizione che li lavorino, non é chiaro se questo terreno sia già intestato a lui, o se proprio per quello sta cercando chiunque che possa installarsi e avviare un'attività per soddisfare le condizioni di esproprio. Oltre a questa proposta un po' prematura, ci offre anche di andare a vedere questo terreno il giorno seguente, e se vogliamo possiamo dormire in una casetta che ha lì. Accettiamo e il giorno dopo lo ritroviamo all'appuntamento per andare a piedi fino al suo terreno. Ci sono anche due ragazze fricchettone argentine che l'hanno contattato per conoscerlo perché interessate al movimento dei senza terra. Per fortuna un amico di Elio in pickup ci incrocia proprio mentre iniziamo a camminare e si propone di scarrozzare noi e zaini fino al terreno. Al terreno la casa é carina anche se molto spartana. Ci vive un ragazzo che lavora per Elio in cambio di alloggio ma non é maniaco della pulizia, quasi non ci sono mobili, non c'é cucina e bisogna fare un fuoco in giardino, l'acqua dei sanitari é pompata direttamente dal fiume, le stanze dove noi e le ragazze dormiremo sono visibilmente visitate dai topi che hanno lasciato tanti piccoli regali. Dopo un giro in giardino ad ammirare gli alberi di avocado, chirimoya, agrumi, banane ed altri ancora più esotici ci dedichiamo alla pulizia della casa per poterci passare la notte. In seguito prepariamo il pranzo con l'aiuto dell'ingegno. Il pomeriggio Elio torna a casa in centro, ma non é riuscito a dire a Daniel, il ragazzo che vive qui, che stanotte avrà ospiti. Francamente avremmo preferito conoscerlo prima di installarci, anche perché gli unici indizi che abbiamo di lui sono una casa sporca, un letto costituito da un materasso senza lenzuola, una collezione di film d'orrore, delle bottiglie di superalcolici vuote e un machete. Non vorrei che rientrando pensasse che siamo dei ladri! La notte é tranquilla e dormo bene, fino a quando mi sveglio con un forte mal di pancia, forse ho mangiato qualcosa che non andava. Al mattino decidiamo quindi di tornare in città, ma prima conosciamo Daniel che in realtà é simpaticissimo, e deluso dal fatto che partiamo di già. Ribecchiamo lo stesso signore del pickup di ieri che ci riporta in centro, che culo! Torniamo all'ostello del centro e passo la sera con una bella febbre. Per fortuna basta quella e il giorno dopo sto già meglio, ho cotto tutti i microbi. Rimaniamo comunque un paio di giorni per riposare e organizzare l'andata a Iguazù, lato argentino. Organizzare per così dire, impossibile trovare chiaramente prezzi, orari e corrispondenze dei bus, ci incamminiamo verso la fermata e vediamo dove arriviamo!