Per scampare a un nuovo bus notturno che ci farebbe arrivare a Dawei nel bel mezzo della notte, decidiamo di spezzare il viaggio con una tappa a Mawlamyine. La prima tappa è molto rapida, arriviamo in fretta e il bus ci lascia di fronte all'hotel. Il pomeriggio facciamo un giretto a piedi ma non scopriamo poi più di tanto a parte un bel tramonto dall'alto di una pagoda. Il giorno dopo ripartiamo con un autista antipatico che fa soste incomprensibili che allungano il viaggio già relativamente lungo, che comprende anche un controllo di passaporto in mezzo. Quando arriviamo poi, ci lascia in pasto ai tassisti rifiutando di lasciarci all'hotel come è prassi con i bus turistici (che costano un bel po' di più di quelli locali). I tassisti fanno fronte unico con prezzi relativamente alti, nessuno vuole scendere. I km dal nostro hotel sono solo 5, decidiamo di tentarcela a piedi! Visto che abbiamo in mente il Nepal come prossima destinazione questa è un'ottima prova per vedere se siamo ancora in grado di trasportare il nostro zaino. Durante il tragitto dei bimbi si divertono a seguirci ridendosela, quando siamo quasi arrivati un tipo strano ci segue in bicicletta per un buon chilometro, fino a quando gli diciamo di andarsene. Forse era solo curioso ma insomma, un po' inquietante. Troviamo la guesthouse e dopo una doccia obbligatoria organizziamo per avere uno scooter l'indomani. Le migliori spiagge sono a una distanza considerevole da Dawei, tra i 15 e gli 84 km. Il primo giorno ci tentiamo la spiaggia "del nonno", a una 70ina di km. In scooter bisogna contare 4-5 ore tra andata e ritorno attraversando una strada lungo paesini facendo attenzione a bimbi, bestiame, buche e pazzi al volante! Che. Mal. Di. Culo! E di ginocchia. E di schiena. La spiaggia è molto bella ma bisogna meritarsela. La sabbia è compatta e permette di avanzare per centinaia di metri in sella per parcheggiarsi sotto alberi di cajou che fanno da ombrelloni naturali. Il tempo stringe, il primo febbraio scade il nostro visto, ma pare che in quanto turisti gli overstay non sono un gran problema, basta pagare una multa. Anche se incerti, decidiamo di tentarcela leggendo solo cronache di viaggiatori a cui è filato tutto liscio. È deciso, partiremo il 3 verso Bangkok. I giorni successivi sono stancanti, sempre in sella a cercare nuove spiagge, a provare nuovi cammini fino a insabbiarsi e doversi liberare. Un sentierino ci porta a una pagoda sugli scogli molto suggestiva. Sul cammino Jade si impiastra la faccia su una ragnatela con un ragno letteralmente gigante sopra. I bimbi che incrociamo nei villaggi ci salutano e ci fanno spesso le feste, gli piace un sacco battere il cinque con noi. Purtroppo alla spiaggia di Tizit c'è qualcuno che ha insegnato a alcuni di loro a chiedere l'elemosina... Dopo tutti questi giri, alla fine la spiaggia che abbiamo preferito era quella del primo giorno, quindi ci torniamo un'ultima volta! Visto che siamo vicino al mare, un paio di ristorantini a base di pesce ci stanno! Per l'ultimo giorno andiamo alla spiaggia più vicina, molto popolare, siamo pochi turisti stranieri in mezzo ai birmani che approfittano del proprio paese. È strapieno di bambini che giocano e si divertono a salutarci, peccato che siano momenti difficili da fotografare! Rientrando in scooter penso a questa normalità a cui ci siamo abituati che sparirà domani col nostro passaggio di frontiera. Tutti questi visi che si voltano al nostro passaggio come al solito da un mese a questa parte, le mucche che attraversano la strada, i camion strabordanti di persone che sollevano nuvole di polvere, le case di legno su palaffitte, grani di pepe e noci di arec stese a seccare al sole, le cerchie di uomini che palleggiano con palle di vimini, le scolaresche in uniforme in bici in fila indiana, i bimbi che ci urlano MINGALABA!