Dopo aver lasciato Vaihuti ci facciamo lasciare a Uturoa da Thierry, dove un bus (il mitico le truck) attende per scendere dal lato est dell'isola. Il viaggio é molto pittoresco con un polinesiano che beve birrette una dopo l'altra, festeggiando con un rutto sonoro ogni volta che ne finisce una. Delle signore sul bus che si sono sincerate che andassimo nel senso giusto lo guardano un po' con aria divertita. L'atmosfera é molto rilassata, c'é chi fuma dentro il bus, e il truck si ferma lungo il cammino per permettere delle commissioni rapide ai passeggeri e all'autista. Arriviamo senza problemi al campeggio Pension Te Maeva. Il prezzo é buono e il posto pulito, anche la vista dalla cucina non scherza, peccato che le zanzare ci perseguitino ancora visto che siamo un attimo in entroterra e non in riva al mare. Trascorriamo due notti qui e conosciamo due diverse coppie francesi con cui facciamo quattro chiacchere. Marie Louise si offre di ospitarci a casa sua per una decina di giorni. Siamo contenti di accettare, casa sua é situata benissimo: in riva al mare (meno zanzare), é vicino a un piccolo supermercato, a una delle pochissime spiagge di Raiatea, ed al Marae di Taputapuatea, da poco nominato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Marie ci dà anche i mezzi di spostarci a volontà! Sono finiti i tempi di Vaihuti dove eravamo bloccati in un angolo remoto. Ci presta due biciclette con cui un mattino partiamo in direzione sud fino ad uno stupendo belvedere. Abbiamo percorso 13 km quando ci accorgiamo di aver bucato, una delle bici ha la ruota anteriore a terra... dobbiamo farci riportare da qualcuno! Per fortuna tutti qui hanno dei pickup e l'autostop funziona bene. Si ferma un primo tipo e montiamo sul cassone con le bici, ci avvicina di qualche km e riprendiamo a piedi prima di essere recuperati nuovamente da un altro e trasportati quasi fino al Marae. Mangiamo sulla spiaggetta una baguette de merda con sardine e paté e approfittiamo del bel tempo. Ci riposiamo un'oretta fino a che inizia a piovere di brutto, ci rifugiamo e percorriamo l'ultimo km per raggiungere casa di Marie Louise avanzando negli intervalli tra un acquazzone e l'altro. Nei giorni seguenti compriamo un primo kit di riparazione con delle pezzette made in china che di incollarsi alla camera d'aria non ne vogliono proprio sapere. Dopo 3 tentativi e molte bestemmie compriamo un altro kit made in france, la pezzetta tiene al primo colpo, bici riparata (finalmente, cominciavo a mettere in dubbio le mie abilità ingegneristiche)!

Per la prossima visita dell'isola, Marie ci presta la sua auto, per fortuna l'esperienza della bici non si ripete! Il punto forte della settimana é sicuramente la visita al terreno di famiglia gestito soprattutto da Raphael, il fratello di Marie. Alberi di pompelmo, nonoi, liane di vaniglia e arbusti di ananas rendono la visita esotica. La vista della vallata dal basso dei campi di alberi da frutta é stupenda, e i nipotini di Marie si divertono un sacco.

La settimana é anche propizia a diversi scambi culinari, degustiamo piatti di pesce e facciamo provare pesto e torta al limone. Marie insiste anche per convincerci a fare un salto per scoprire Bora Bora, dice che é peccato essere così vicini e non andarci. Visto che ci propone di andarci in idroplano, e in più ad un prezzo concorrenziale rispetto alla compagnia aerea convenzionale, accettiamo la proposta.

La vigilia della nostra partenza i volontari di Vaihuti vanno a visitare il Marae, a due passi da noi. Prendiamo le bici e andiamo a trovarli. É anche l'occasione di conoscere i tre nuovi volontari, tutti italiani! Non so che succede ma da quando siamo in Polinesia ne stiamo incrociando un sacco, al contrario dei nostri primi 7 mesi in Sudamerica. Hai capito le destinazioni scelte dai nostri connazionali!?

Marie ci propone di invitare tutti a pranzo da lei, e anche se non sappiamo come andrà a finire invitiamo tutti e 6 gli ospiti a seguirci da lei. Vista la buona atmosfera che si instaura alla fine passeranno pomeriggio e serata con noi. Un bel momento di scambio!