Prendiamo una barca dal porto di Buenos Aires diretto a Colonia del Sacramento, dove saliamo su un bus per Montevideo. Soledad ci attende puntuale vicino all'ascensore della stazione Tres Cruces. Prima di andare a casa sua, fuori Montevideo, passiamo a recuperare sua figlia. Scambiamo un po' lungo il tragitto. A casa sua, riconvertita in un piccolo albergo recentemente, incontriamo due workawayers come noi che devono partire l'indomani, Rafa e Taty, e un uomo d'affari tedesco che soggiorna qui. Siamo subito coinvolti nella preparazione dei chivitos che mangeremo a cena, un burger che contiene carne e uova, il cui consumo corretto richiede di mumungiarsi abbondantemente. Mentre un gaucho venuto per cucinare e Soledad si occupano della parrilla in una sala in cui ci sono dei clienti, noi workawayers scambiamo in cucina. Rafa e Taty hanno comprato un furgoncino in Cile con cui si apprestano a percorrere il continente sudamericano. Hanno attraversato l'Argentina e ora sono qui in Uruguay per restarci un bel po'. Il giorno dopo vanno a lavorare in un'altra proprietà di Soledad a Montevideo, per rifare dell'intonaco. Purtroppo durante la notte dei balordi che vedono il loro furgone parcheggiato hanno la brillante idea di spaccare un vetro per vedere se c'é qualcosa di interessante da rubare nel retro. Perdiamo quindi di vista Sole per i nostri primi 2-3 giorni, durante i quale ci autogestiamo con Jade lavorando nell'orto mezzo abbandonato. Infatti Sole fa avanti-indietro in città per aiutarli a trovare un vetro di ricambio e qualcuno per sostituirlo. Niente da dire, avrei enormemente gradito un tale aiuto se fossi stato nella loro stessa situazione. Certo é che questi primi giorni scambiamo soprattutto con l'ambiente circostante. Un'interruzione della linea telefonica il giorno stesso del nostro arrivo, fa sí che siamo privi di connessione internet per tutto il soggiorno, ma per fortuna abbiamo poco da organizzare. Quale migliore scusa per leggersi un bel paio di libri e ascoltare dei podcast!

L'Uruguay ha un clima abbastanza caldo e umido, nonostante sia autunno, il che rende possibile la coesistenza in giardino di specie tropicali (avocado, feijoa) con altre a cui siamo abituati in europa (agrumi, noci, meli). Cosi come accanto a piccioni e cavalli vediamo pappagalli (che mangiano la frutta!) e porcellini d'india selvatici. Nella proprietà ci sono anche galline e 3 enormi cani da guardia di razza cimarron (per fortuna abbastanza coccoloni), tipici dell'Uruguay.

Il lavoro nell'orto consiste nel diserbare delle parcelle invase dalle erbacce, riparare il sistema di irrigazione, lavorare il terreno e piantare porri, insalate e cavoli. In più bisogna lottare col veleno contro delle formiche che, anziché allevare afidi come da noi, si attaccano direttamente alle piante, sminuzzandole durante la notte per prenderne le foglie. Poi in casa c'é sempre bisogno di una pulita, fare i piatti, tagliare il prato, cucinare, o anche spaccare noci. Ad un certo punto andremo anche noi a lavorare 3 giorni nell'appartamento a Montevideo per continuare l'intonaco e imbiancare le stanze principali. Faremo anche un giretto a vedere la città, i cui abitanti hanno tratti iberico-italici e spesso tengono un thermos di acqua calda sotto l'ascella per il mate.

É un periodo molto carico per Sole, ma malgrado sia stressatissima non dimentica mai di cucinare per noi o lasciarci di che mangiare. Quando ha del tempo libero, anche se purtroppo raramente, la conversazione é molto simpatica. Riusciremo a scambiare sul piano culturale: ci illumina sull'uso del "vos" in spagnolo uruguayo e argentino, ci fa conoscere musica uruguaya, ci divertiamo a cercare gli influssi italiani nello spagnolo uruguayo (per esempio dicono "che culo" per qualcuno fortunato). Poi gli intercalari di qui: este..., ta!, que barbaro/divino... E sul piano culinario: condividiamo qualche asado, mangiamo della pizza con faena (la farinata venuta proprio con gli italiani), io faccio pesto come al solito e Jade si sbizzarrisce con diverse torte, al limone, alla banana e mela/noci. Una bella esperienza che ci dà di nuovo voglia di usare workaway nel seguito del nostro viaggio!