Dopo la carretera austral decidiamo di dirigerci verso Bariloche in Argentina, attirati dalle previsioni del tempo che danno bello per i prossimi 10 giorni. Prima di tutto però bisogna lasciare Chaitén e la carretera! Prendiamo un bus diretto a Puerto Montt, che deve imbarcarsi su ben 3 traghetti per compiere il tragitto. Approfittiamo delle barche per sgranchirci un po' le gambe ogni volta; e durante il traghetto più lungo, 3 ore e mezzo di traversata, facciamo una merenda e vedo un gruppetto di pinguini che nuota nel fiordo. Piove sempre, e si vedono cascatine che scendono lungo le pareti rocciose a qualche centinaio di metri dalla barca. Arriviamo a Puerto Montt alle 21 e 30, in anticipo rispetto all'orario che ci aspettavamo. Cerchiamo di capire come andare verso l'airbnb che abbiamo riservato e ci incamminiamo. Dovrebbe essere a una ventina di minuti dalla stazione. Pioviggina e la strada é bella in salita, per fortuna siamo allenati! Arriviamo e siamo accolti da una coppia di vecchietti gentilissimi, prima di tutto vogliono sapere se abbiamo mangiato. Ma non ascoltano la risposta, per essere sicuri bisogna rimangiare! Tisana, crackers e marmellata di more, e guai se restano dei crackers! :D Hanno molta voglia di parlare e restiamo in soggiorno fino a mezzanotte. L'indomani ripartiamo alle 8 per Bariloche, e si svegliano presto anche loro, col signore che ci accompagna in macchina per evitarci la pioggia. Ci riconciliano un po' col Cile prima di lasciarlo. Tra Puerto Montt e Bariloche il passaggio alla frontiera é un po' lento, dopo il controllo passaporti dobbiamo aspettare fuori dal bus al vento freddo per una quarantina di minuti, il motivo dell'attesa non é ben chiaro. Giunti di pomeriggio a Bariloche siamo stanchi morti, la ricerca di un ostello in centro é ardua, sono tutti pieni. Ne troviamo uno alla fine che non é niente di che, ma voglio davvero togliermi lo zaino e fare una doccia. La scelta non si rivela ottimale, lo staff é composto da ventenni appena usciti di casa che vogliono fare festa, si comportano come se fossero in vacanza e sono molto più rumorosi degli altri turisti. Dopo due notti li molliamo per un ostello molto più caro ma professionale dove possiamo finalmente dormire e ricaricare un po' le batterie. Stanza doppia con bagno privato, stile chalet, ci trattiamo bene per la prima volta durante il viaggio!

I primi giorni raccogliamo informazioni sulle attrazioni del posto e facciamo una passeggiata di 16 km verso il cerro Llao Llao (nome del fungo che cresce sui coihues). La vegetazione é meno stupefacente della giungla che abbiamo appena lasciato, soprattutto pampa, aghifoglie, montagne e laghi costituiscono il paesaggio.

Il terzo giorno partiamo presto e facciamo una bella escursione che parte da Villa Cerro Catedral fino al refugio Frey. Partiamo verso le 9 per fare 10 km con 700 metri di dislivello, i primi 6 km quasi pianeggianti. Sentiero facile, alla fine c'é vista su una vallata coi primi coihues vestiti di colori autunnali! Alla fine li avremo visti! Arriviamo verso le 12 al rifugio Frey, che sorge vicino a una laguna. Lì chiediamo ai guardaparco se é possibile proseguire oltre, salendo sul filo della montagna e proseguendo fino al teleferico per riscendere a Villa Cerro Catedral. Pare di sì, con un sentiero di difficoltà media, di circa 6 km e 350 m di dislivello in più, ma la durata varia dalle 2 ore e mezzo alle 4 ore, a seconda del nostro interlocutore. Anche quale sia l'unico teleferico in funzione tra i tanti e a che ora parta l'ultima discesa (16 o 17?) non é chiaro. Se lo perdessimo si può sempre riscendere a piedi, e ci sono bus per Bariloche fino a tardi. L'unico rischio é arrivare dopo le 19 e 45, ora alla quale dobbiamo ritirare una macchina che abbiamo noleggiato. Ce la tentiamo. Tra raccogliere informazioni e mangiare ripartiamo dal rifugio Frey alle 12 e 50. Inizia la parte più bella e insieme più difficile dell'escursione. Il sentiero, se lo possiamo chiamare così, é totalmente minerale. Dei punti rossi su alcune pietre indicano da dove passare, ma bisogna spesso fermarsi per individuarli nel paesaggio lunare. Dopo aver fiancheggiato la laguna all'altezza del refugio Frey raggiungiamo dei grossi massi e da lì si prosegue a destra, salendo su una pendenza abbastanza ripida. Si arriva a una seconda laguna più in alto della prima, la laguna Schmoll. Lì troviamo una guida a cui chiediamo informazioni, ci spiega come andare verso il teleferico ma ci dice anche che la camminata sul filo é molto tecnica. Pensavamo di aver fatto il più... Invece la salita tra laguna Schmoll e il filo é ancora più scoscesa, con tratti in cui si fa quasi scalata, e il filo é composto da sali e scendi tra le rocce, un sentiero per le capre. Le viste dal filo sia sul refugio Frey che dall'altro lato sono stupende. Ad un certo punto, mentre scatto una foto, vedo una figura nera avvicinarsi da sinistra. Un condor entra nel mio campo visivo a una decina di metri da me, mi guarda impassibile col suo occhio rosso, le ali nere che scintillano alla luce del sole. Sale su senza alcuno sforzo, lo seguo con lo sguardo fino a che passa davanti al sole che mi acceca. Sempre un po' mistici i condor. Ma non é oggi che mangi turisti sperduti, dobbiamo tornare a Bariloche! Avanzando incontriamo due tedeschi che sono partiti mezzoretta prima di noi, sono abbastanza scontenti del fatto che i guardaparco gli abbiano definito il sentiero come difficoltà media, il che é effettivamente riduttivo! Continuiamo sul filo della montagna fino a che arriviamo alla zona dei teleferici, ce ne sono un sacco, più o meno distanti. Quale sarà quello in funzione? Quello che ci hanno detto i guardaparco é sotto di noi, quello che ci ha detto la guida é più avanti lungo il filo. Vista l'affidabilità dei guardaparco, e il fatto che l'altra guida veniva dal teleferico in funzione, seguiamo il consiglio di quest'ultima. Ed é quello! Torniamo a casa, e non dobbiamo neppure pagare il biglietto del teleferico! :p Terminiamo l'uscita del giorno con viste dalla cabina da un centinaio di metri di altezza, davvero mozzafiato in alcuni tratti.

Il quarto giorno essendo motorizzati ci lanciamo nella visita della ruta de los siete lagos. É anche il compleanno di Jade, il primo che trascorre in autunno! Bellissima la parte che vediamo verso Villa Traful, con pioppi gialli che al sole sembrano enormi fiamme, e regalano un enorme contrasto con le acque blu scuro del fiume. Nel corso della giornata peró il tempo si mette male e inizia a piovere, i laghi da specchi cristallini diventano plumbei e le montagne si coprono. Anche se avesse fatto bello, un solo giorno per vederli tutti e sette é davvero poco, bisogna stare in macchina la maggior parte del tempo per percorrere i 400 km di andata e ritorno da Bariloche a San Martin... vabbé almeno la mattinata era bella, e a fine giornata si schiarisce un attimo. In più ne abbiamo approfittato per riservare un ostello a San Martin, che sarà una tappa obbligata per cambiare bus con destinazione finale Pucon tra qualche giorno. La notte abbiamo di nuovo problemi di schiamazzi con un gruppone di argentini sulla quarantina che é arrivato nel nostro ostello, per fortuna chiedendo loro di smettere di cantare all'una di notte sono abbastanza educati da smettere.

Il giorno dopo usiamo la macchina per andare al parque nacional Nahuel Huapi, dove facciamo una bella camminata di 4 ore fino a una grande cascata che sgorga dal ghiacciaio Castaño Overa. Al ritorno in città rendiamo l'auto e filiamo ad un buon ristorante argentino consigliatoci dal tipo dell'hotel, prendiamo un ojo de bife. Francamente, credo la miglior bistecca che abbia mai mangiato, deliziosa e succosa. Almeno questo agli Argentini bisogna riconoscerlo, alla parrilla ci sanno fare!