Di ritorno a Osh, una piacevole sensazione di tornare dove siamo già stati, conosciamo già il numero del bus da prendere e dov'è esattamente l'hotel, un assaggio di routine in vista del rientro che si avvicina lentamente. Siamo decisi ad andare a Sary Mogol, per intraprendere il trek “heights of Alay" ma dopo qualche ricerca scopriamo che c’è ancora neve ad altezza ginocchio sui passi, meglio attendere ancora. In più non c'è verso di trovare una tenda seria qui ad Osh, malgrado sia la seconda città del paese non esiste un negozio specializzato in articoli sportivi, e i CBT di Osh e Sary Mogol propongono affitti per 4€ e 9€ al giorno. All’ostello incontriamo due italiani ciclisti che ogni tot partono su strade sconnesse all'altro lato del globo, simpaticissimi, mi offrono un ottimo caffè preparato con la loro piccola moka. Ora dovrebbero essere di ritorno in patria. Dovreste trovare il loro diario di bordo su fb cercando Pamiroads2019. Visto che alcuni turisti terminano il loro viaggio a Osh, chiediamo anche in giro se qualcuno vuole disfarsi di una tenda, è così che conosciamo una simpatica coppia tedesca, che però non ha tende da vendere. Decidiamo allora di tornare a Bishkek, dove ci sono almeno 3 grandi negozi sportivi. I tedeschi devono pure risalire alla capitale, decidiamo quindi di andare insieme sia per la compagnia che per il fatto che riempiendo 4 posti del taxi condiviso in una volta sola avremo più chances di partire presto. Rifacciamo lo zaino, stavolta recuperando i vestiti caldi per i trek e lasciando le magliette superflue e i souvenirs uzbechi; è pratico avere un pied-à-terre qui! Troviamo un taxi e verso le 8 e mezzo partiamo per le 12 ore con un autista simpatico e fiero del suo pancione. Primo stop alle 10 per colazione a un ristorante di barbecue di shashlik (spiedini), ne prendiamo solo uno a testa e l’autista si preoccupa per la nostra salute, lui che ne ha due accompagnati da zuppona e pane, e che cosparge il tutto di sale. La cameriera gli dà manforte per esortarmi al consumo di spiedini supplementari e mi pinza con la mano un fianco scovando poco lardo, a riprova del fatto che dovrei mangiare di più. Secondo stop verso le 14, mentre l'autista torna in un ristorante noi prendiamo aria e mangiamo uno spuntino. Sulla strada si vende un sacco di miele e ne approfittiamo, 500 g a soli 3 euro! Tornando verso la macchina l'autista mi sfida a colpi di pancia forse anche per facilitare la sua digestione. Segue foto ricordo collettiva. Giunti a Bishkek andiamo al ristorante coi tedeschi per cena e arriviamo verso mezzanotte all'hotel accompagnati da un tassista simpatico con cui pratico un po' di russo. Il giorno dopo ci lanciamo alla ricerca di una tenda e ne troviamo una sotto i 2 kg di peso. Prendiamo anche una batteria esterna per il cellulare che usiamo come gps e una coperta impermeabile per sederci durante le pause. Siesta imposta dal caldo e dalla stanchezza del viaggio del giorno prima. In generale combiniamo poco altro. Visitiamo l’osh bazar dove adocchiamo dei bei tappeti in feltro e acquistiamo dell'ottima frutta secca, i due pomeriggi andiamo a pranzo nella tipica catena di ristoranti Navat, e a cena Jade prepara dei pancake ai lamponi freschi orribili da guardare ma buonissimi. Armati di tenda è ora di partire per Karakol, la destinazione kirghisa d'eccellenza per quanto riguarda i trek. Ci concediamo un giorno sul posto per raccogliere informazioni e fare provviste e l'indomani partiamo per il nostro primo trek itinerante con tenda! Ma la tenda che abbiamo acquistato dopo tutti questi sforzi ci riserverà qualche sorpresa...