Eccoci pronti per il nostro ultimo trek, in realtà il primo che avevamo adocchiato quando siamo arrivati in Kirghizistan; “Heights of Alay”, un circuito di quasi 100 km che inizia e finisce a Sary Mogol. Per arrivare al punto di partenza prendiamo una marshrutka dal bazar di Osh, la rotta è turistica e gli autisti ci propongono prezzi tutt'altro che locali… Durante il viaggio degli adolescenti ci fissano con curiosità, uno addirittura continua a rigirarsi ogni 30 secondi per guardare Jade. Talmente tanto che Jade piazza il proprio cappellino in mezzo a due sedili, la delusione dell'ammiratore quando si rigira per l'ennesima volta provoca risate generali. Il viaggio prosegue con una fermata istituzionale al bordo strada per permettere ad ogni passeggero di acquistare albicocche a una frotta di bimbi, ripartiamo una tonnellata più pesanti. Giunti a Sary Mogol, scegliamo un'homestay fuori centro, avanzandoci di un kilometro sulla strada che dobbiamo percorrere domani. Di solito consigliano un taxi per i primi 15 km, ma noi abbiamo deciso di percorrerli a piedi. Partiamo al mattino verso le 10, incamminandoci lungo la vallata abitata da famiglie di pastori che alloggiano in yurte e carovane. Ad un campo, dei ragazzini ci saltano addosso ed insistono per farci salire su un asinello legato, siamo poi raggiunti dalla sorella maggiore con cui scambiamo due chiacchere. Ci invitano a prendere un tè ma decliniamo l'offerta, vogliamo avanzare e credo che abbiamo già esaurito le cose che riusciamo a dire coi nostri rispettivi vocabolari di russo e inglese. Proseguendo, gli inviti per il tè si susseguono, non è mai chiaro se sia a pagamento o no. Un invito particolarmente insistente viene da un bimbo a cavallo dagli occhi mezzo spiritati, con un amico al suo seguito che trascina dietro il suo asino una marmotta morta. Cattivo presagio per noi, andiamo avanti! Verso fine pomeriggio il sentiero inizia a salire e lo zaino a pesare, stavolta abbiamo previsto più cibo, io sono a 18 kg mentre Jade è a 17. La volontà di fermarsi ci sarebbe, ma la zona non è propizia per piantare la tenda. Siamo circondati da pietraie scoscese e troppo vicini al fiume. Davanti a noi si staglia una parete con una salita bella ripida, forse ci sarà di meglio dopo? E se no bisognerebbe tornare più indietro dove abbiamo attraversato una sezione della vallata meno a picco… facciamo quindi la scommessa di trovare un posto adeguato dopo la salita, che per fortuna vinciamo! L'unico difetto è il terreno roccioso che ci dà qualche problema per mettere i picchetti. La notte è freschetta e al mattino dobbiamo sbrinare la tenda. Oggi fa bello e siamo vicini al passo di Sary Mogol, forse potremmo riuscire a spezzare la maledizione che fa sì che ogni volta che attraversiamo un passo fa brutto. Saliamo seguendo il lungofiume, correndo contro il tempo e le nuvole che si accumulano. Gli zaini pesano ma arriviamo prima che il cielo si copra completamente, poggiamo la zavorra e ci godiamo la vista sgranocchiando qualcosa. Dopo il passo troviamo una corta discesa ripida, seguita da un sentiero che segue il fiume fino al campo di yurte del CBT, ci sistemiamo a qualche centinaio di metri di distanza. Prima di partire avevamo controllato il meteo, ma visto quello che ci attende evidentemente da queste parti non è molto affidabile. Inizia prima a piovere, e poi a nevicare, molto, troppo! Siamo inizialmente preoccupati dal fatto che se un po' di nevischio si accumula sui lati della tenda, la pressione esercitata farà sì che un po' d'acqua riuscirà a filtrare, com'era successo a Boz Uchuk. Ma visto che la neve smette di fondere e inizia ad accumularsi creando ovunque uno strato bianco considerevole, iniziamo a chiederci piuttosto se non sarà la volta buona che la tenda ci crollerà addosso. Scrolliamo ripetutamente la tenda per far scivolare la neve sui lati, fino ad entrare in una specie di dormiveglia. Ci risvegliamo con la tenda piegata dal peso della neve! Uno strato talmente importante si è accumulato che attutisce completamente il rumore della neve che continua a cadere. Il tessuto della volta si è deformato e poggia sui nostri zaini e le nostre gambe, ma per fortuna abbiamo fissato bene i picchetti che per ora tengono. All’interno condensa talmente tanto che inzuppo il mio asciugamano a forza di tamponare la parete sgocciolante. Usciamo a controllare la situazione e a spalare intorno alla tenda. Come se non bastasse Jade ha mal di pancia, ed è costretta a uscire durante la notte quasi una decina di volte, coi piedi nudi nella neve per non bagnare le calze. Che notte terribile! Al mattino risaliamo alla yurta con Jade vicina all'ipotermia, le signore la sistemano vicino al fuoco mentre ci danno da mangiare insieme agli altri. Giornata di stop qui alle yurte con Jade sotto le coperte con 40 di febbre. Di pomeriggio arrivano Davide e Flavia, una coppia genovese. Visto che siamo nell'ottica di rientrare rapidamente verso Osh si offrono gentilissimi di recuperare le nostre cose a Sary Mogol, dove non ripasseremmo se interrompiamo ora il nostro trek, e lasciarle al nostro ostello a Osh. Le signore delle yurte si mostrano amorevoli con Jade, venendo periodicamente a rimboccarle le coperte, anche se al momento di partire ci inculano sul prezzo; e a posteriori scopriamo che loro nipote ha fregato il coltellino dal manico in ginepro che avevo regalato a Jade prima di sposarci, frugando nei nostri zaini mentre Jade era in dormiveglia nella yurta, mancai sindi seghiri unu didu bruttu pudesciu burdu. Il giorno seguente la febbre è partita, così come la neve di cui non rimane alcuna traccia, scendiamo verso Sary Mogol piccolo (un altro villaggio dallo stesso nome…). I locali stanno lavorando nei campi, preparando il fieno per l'inverno, in molti ci invitano a prendere il tè. Le signore delle yurte ci hanno chiesto di lasciare la lista della spesa alla famiglia qui, quando ci presentiamo come postini ci invitano per il tè e accettiamo. Ci spingiamo poi fino a Kyzil Choro, dove dormiamo in una guesthouse. Qui rincrociamo due francesi che avevamo visto il mattino della neve, anche loro malati, come la maggior parte di coloro che passano dal campo yurte delle signore, pure io ho mal di pancia dopo averci passato la giornata ieri. Visto che la situazione di Jade è comunque in miglioramento, decidiamo di prolungare il trek di qualche giorno, facendo delle giornatine tranquille. Partiamo verso un altro campo di yurte, andando lentamente e godendoci il bel tempo e le viste insieme alle mucche e agli yak. Affianco alla yurta piantiamo la tenda per l'ultima volta, con un ragazzino che fa il pastore che ci scambia per rivenditori di coltelli e materiale informatico. Quelli della yurta ci osservano un po' preoccupati all'idea che dormiremo all'aperto, e ci offrono yogurt e anguria senza chiedere nulla in cambio, anche se quando partiamo gli lasciamo qualche euro. Oggi ci aspetta un'altra giornata tranquilla per raggiungere il villaggio di Kojokelen, attraversiamo un paesaggio fantastico fatto di montagne rosse, molto diverso da tutto ciò che avevamo già visto nelle altre camminate. Giunti a Kojokelen decidiamo di passare qui due notti, tanto avendo deciso di saltare gli ultimi giorni di camminata attraverso il passo Jipstick non abbiamo più fretta di arrivare ad Osh… Passiamo quindi una giornata a passeggiare nel paesino, con i locali che sono pochi ma che provano spesso a proporci dei servizi di taxi o da mangiare. Rientriamo ad Osh con un taxi organizzatoci dalla homestay dove stiamo e torniamo al nostro solito ostello ad Osh. Gli ultimi giorni a Osh sono decisamente troppi per le quattro cose che dobbiamo fare, ma ci diciamo che ci farà da tappa di decelerazione prima di tornare in Europa a ritrovarci senza attività particolari da svolgere. Oltre a rivedere il simpatico proprietario Ismail riusciamo anche a disfarci del nostro materiale da campeggio che rivendiamo a un modico prezzo a una coppia di belgi. Gli ultimi giorni approfittiamo ancora del cambio vantaggioso nei nostri confronti per goderci gli ultimi ristoranti, in Francia costerà molto di più! Una nuova tappa della nostra vita sta per iniziare… eccoci pronti?